La meditazione è meditazione
non c’è una meta; che succede se introduci una meta? Hai distrutto la sua
essenza stessa; nel momento in cui una meta è introdotta nella nostra vita, la
bellezza della vita è distrutta. Da bambini ci piaceva tanto giocare, anche
adesso i bambini giocano e adorano giocare, anche senza un punteggio, senza
competizione, senza un premio, una medaglia, niente, semplicemente giocare. Se
avete mai giocato così o se ricordate la vostra infanzia, quando è così che giocavate,
forse potete ricordarvi com’eravate beati.
Poi qualcuno introdusse il
concetto di “eccellere”, che doveva esserci un incentivo per voi per correre
più velocemente, per riuscire meglio in quello che facevate, perciò fu
introdotta la competizione.
Corri più veloce da qui a lì! Perciò un “lì” fu
introdotto! Questa è chiamata la “meta”. La persona che l’ha inventata
ovviamente pensava che eravamo tutti asini e, per nostra sfortuna e per sua
fortuna, abbiamo provato che aveva ragione! Perciò lui ci mise davanti la
“carota”, chiamandola “trofeo”, “medaglia” e questa è stata la fine del gioco.
Non c’interessa più il gioco, è diventata una maniera di fare soldi, tanti
soldi e scommesse. Qualcuno viene: “Oh, sai indovinare quale squadra vincerà?”
E, se la tua previsione si rivela giusta ricevi dieci volte la somma che
investi con questo biglietto. Mio dio! E dobbiamo scommettere su quelle cose?
Poi la politica, poi la sicurezza, poi le armi, la polizia, i tumulti! Che fine
ha fatto il gioco? Cos’è lo sport e dove siamo arrivati?
La stessa cosa succede
in qualsiasi campo venga introdotta l’idea di una meta. Quantunque un traguardo
ti viene posto davanti, hai distrutto tutto; che si chiami vita, meditazione,
studio, crescita, sport, qualunque cosa. Perciò le upanishad evitano
attentamente tutto ciò che riguarda una “meta”. Non vi sono traguardi da
raggiungere nelle upanishad: stiamo tutti giocando ed in questo gioco stiamo
semplicemente osservando e studiando noi stessi. Perché, per quale motivo? Non
c’è un motivo. Soprattutto quelli di voi che praticano diversi tipi di
meditazione, vi prego di ricordare questo. Soprattutto in questo mondo super
commercializzato, persino gli insegnanti di yoga devono mettere in vendita i
loro prodotti, dicendo che lo yoga vi farà diventare più belli, più attraenti,
più giovani, raggianti e che tutte le tensioni nervose salteranno via, non
cadranno, ma salteranno via dalla finestra, e tutto il resto. Perfetto;
ascoltate tutto questo, ma subito dopo, ringraziate dio che vi ha dato un altro
orecchio dalla parte opposta, in modo che lasciate andare tutte queste idee;
che nessuna di queste trovi posto nel vostro cuore, perché la piccola
meditazione che tentate di fare, che è solo un tentativo cento volte diluito,
questa persino verrebbe viziata dalla vostra aspettativa che la pace cada dal
cielo.
Se il soffitto non è ben
costruito, qualche calcinaccio cadrà da lì e, se siete seduti sotto un albero,
un pezzo di qualcos’altro cadrà, ma nient’altro. Perché? Perché la vostra
stessa aspettativa rovina la meditazione; la visualizzazione di un traguardo (questo è il mio traguardo!) durante la
meditazione, è la cosa più ridicola che sia mai stata inventata.
Swami Venkatesananda (Upanishad, Quinto discorso)
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