Giornata Yoga all'aperto


















Stessa verità, stessa meta…

C’è una bellissima espressione nella "Bhagavatam":

Anche i grandi saggi e i santi si riuniscono frequentemente, senza alcuna considerazione della superiorità dell’uno verso l’altro, e si ricordano l’un l’altro della verità”.

Esponiamoci agli insegnamenti di diversi maestri, eliminiamo ogni pregiudizio; rendiamoci conto che tutti questi grandi uomini: Gesù, Buddha, Mosè, Krishna, ed altri, si sono sforzati alla ricerca della stessa verità, della medesima meta, anche se espressa in maniere e forme differenti.

Potete chiamare questa meta: libertà dal dolore, dall’angoscia, libertà dalla paura, pace suprema, potete chiamarla nirvana, moksha, salvezza, coscienza cosmica; in definitiva, tutte queste parole vogliono dire esattamente la stessa cosa, senza alcuna differenza, eccetto il modo di scriverle e pronunciarle.

Swami Sivananda ci ricordava che la salvezza è dentro di noi, che nessuno può porgercela. Se la liberazione è dentro di noi, se il “Regno di Dio è dentro di noi”, se la strada è dentro di noi, allora, perché non siamo consapevoli di questa salvezza? Quali sono gli ostacoli, cosa ostruisce la visione della verità? Com’eliminare questi ostacoli? Questo è il problema principale. Per ricordarci di questa verità, per rendere il messaggio più vivo, ho messo insieme dei libri, raccogliendo e traducendo da diverse scritture.

“Venkatesananda Yoga” non è niente di nuovo, niente di speciale, eccetto il fatto che è quello che ho appreso dal mio Guru Swami Sivananda.

Swami Venkatesananda, prefazione a: "E' vero questo Io?", Associazione Yoga Sivananda, Vasto

Bhagavad Gita

"Conosci quello, dal quale tutto questo è pervaso, come indistruttibile. Nessuno può causare la distruzione di quello, l'immutabile". (II,17).
"Le armi non tagliano il Sé, il fuoco non lo brucia, l'acqua non lo bagna, il vento non lo asciuga". (II,23)
"Questo Sé non può essere tagliato, bruciato, bagnato o prosciugato. E' eterno, onnipervadente, stabile, inamovibile e antico". (II,24)
"Il Sé è detto essere non-manifesto, impensabile e immutabile. Perciò, sapendo che è così, non devi angosciarti". (II,25)
"Quel Sé, che risiede nel corpo di ognuno, è eternamente indistruttibile, o Arjuna..." (II,30)
"Quella che è la sottile essenza di tutto, in quella tutto ciò che esiste ha il suo essere. Quella è la verità. Quello è il Sé. Quello tu sei, O Svetaketu". (Chandoghya Upanishad).

Il corpo è soggetto a cambiamento, ma neanche gli elementi sono distrutti nel senso di cessare di esistere; la materia stessa, in ultima analisi è indistruttibile, perchè, com'è stato provato dalla scienza, la massa è energia in stato d'inerzia!
La vita non può essere distrutta: l'energia stessa è indistruttibile, la sua apparente distruzione è solo trasformazione.
Il corpo e la vita sono strumenti nelle mani dell'anima, che è della natura di pura coscienza. Il corpo è inerte, la vita è cieca energia: è l'anima la direttrice cosciente all'interno di questi due; questa coscienza è onnipervadente, e perciò una, senza un secondo.
L'anima è immortale, indipendente, libera e non soggetta al dolore o alla distruzione, non è fisica o psicologica, non è un concetto o un'entità totalmente indipendente da altre entità; pur essendo incomprensibile, essa è realizzabile. La si realizza come l'uno in tutto.
                                       da: Swami Venkatesananda,
                                                           The Song of God (Bhagavad Ghita)

                                                                                  Traduzione di Pasquale D'Adamo

Il Dalai Lama

La visita di S.S. Il Dalai Lama a Perth (W.Australia) il 20 agosto 1982 fu memorabile. Sua Santità tenne due incontri pubblici.
Uno nella Cattedrale di Saint George, durante il quale fece una brillante esposizione dei tre aspetti dell'insegnamento buddista: shila (disciplina o giusta condotta), samadhi (meditazione) e prajna (saggezza).
Il secondo, durante una riunione informale con alcuni capi religiosi di Perth, nella quale occasione espresse i suoi punti di vista sui temi fondamentali della Religione, che mi ricordarono con forza il punto di vista del mio Guru, Swami Sivananda. Ecco alcuni stralci del suo discorso:


- Alla base, tutte le religioni hanno lo scopo di promuovere l'umanità: di fare di un essere umano un essere umano migliore.
- Le religioni differiscono nel loro approccio a questo scopo. Il criterio è quello che è più adatto a ciascuno: alcune dottrine sono più adatte ad alcuni ed altresi confanno meglio ad altre persone. Alcuni sentono il bisogno di credere inun'anima, un creatore, ecc., mentre altri hanno bisogno di credere nell'impegno personale, la legge del karma e la ricerca interiore.
- Con tutte le possibilità di comunicare che il mondo moderno ci fornisce, diventa urgente che vi siano frequenti incontri di capi religiosi per uno scambio di idee. I fattori comuni dovrebbero essere messi in evidenza, ma le differenze non dovrebbero essere cancellate.
da: "Buddha Daily Readings" a cura di Swami Venkatesananda