BENEFICI
DELLE POSIZIONI YOGA
(Prima parte)
(Estratto da: B.K.S. Iyengar, “The Illustrated Light on Yoga”)
(Estratto da: B.K.S. Iyengar, “The Illustrated Light on Yoga”)
Tādasana o Posizione
della Montagna.
Effetti: Normalmente non si presta attenzione alla corretta
postura quando si è in piedi; ci si appoggia spesso su un solo piede o le gambe
sono ruotate completamente in fuori. Alcuni lasciano scendere il peso tutto sui
talloni o sul lato interno o esterno dei piedi. Questo si poteva capire una
volta dalle scarpe di cuoio, osservando quale parte delle suole o dei tacchi
era più consumata. A causa di queste abitudini, si sviluppano diverse
problematiche che in qualche modo compromettono l’elasticità della spina
dorsale. Anche se non abbiamo i piedi vicini tra loro, è bene tenerli
paralleli: in questo modo i muscoli dei fianchi sono contratti, l’addome è
rientrato, il petto è in fuori, il corpo si sente più leggero e la mente
acquista più agilità. Se lasciamo scendere tutto il peso sui talloni, le anche
si rilassano, l’addome sporge in avanti, il corpo s’inclina indietro e la
colonna risente dello sforzo; di conseguenza ci sentiamo presto affaticati e la
mente si stanca: è importante allora impadronirsi dell’arte di stare in piedi
correttamente!

Trikoņāsana o Posizione del Triangolo.
Effetti: Quest’āsana, nelle gambe, tonifica i muscoli, elimina
la loro rigidità, corregge piccole malformazioni e favorisce il loro normale sviluppo; rafforza le
articolazioni delle caviglie, delle ginocchia e delle anche. Dà sollievo ai
dolori alla schiena e al collo, sviluppa il torace.
Vīrabhadrāsana I
o Posizione del Guerriero.
o Posizione del Guerriero.
Effetti: In questa postura il petto si espande pienamente e
questo favorisce la respirazione profonda; elimina la rigidità delle spalle e
della schiena, tonifica le caviglie e le ginocchia ed elimina la rigidità del
collo; riduce anche l’adipe intorno ai fianchi.
Precauzioni: Questa posizione è molto impegnativa; non dev’essere praticata da chi ha problemi cardiaci ed in ogni caso, non va mantenuta per molto tempo.
Il creatore Brahmā voleva trovare una moglie devota per Śiva; a questo scopo, ordinò alla dea Satī di prendere forma umana, e di nascere come figlia del re Dakshā. Era perciò naturale che Satī, già da bambina, adorasse le favole e le leggende che riguardavano Śiva e che crescesse come sua ardente devota. Quando divenne una donna, nel suo cuore non c'era spazio per altri che Śiva. Ogni proposta di suo padre di sposare qualche re valoroso e ricco le faceva desiderare sempre di più l’asceta del monte Kailash, il dio degli dèi, contrariamente alle intenzioni del padre. Dopo aver vinto l’amore di Śiva con austere pratiche ascetiche, Satī si ritirò con il marito sul monte a lui sacro.
Il creatore Brahmā voleva trovare una moglie devota per Śiva; a questo scopo, ordinò alla dea Satī di prendere forma umana, e di nascere come figlia del re Dakshā. Era perciò naturale che Satī, già da bambina, adorasse le favole e le leggende che riguardavano Śiva e che crescesse come sua ardente devota. Quando divenne una donna, nel suo cuore non c'era spazio per altri che Śiva. Ogni proposta di suo padre di sposare qualche re valoroso e ricco le faceva desiderare sempre di più l’asceta del monte Kailash, il dio degli dèi, contrariamente alle intenzioni del padre. Dopo aver vinto l’amore di Śiva con austere pratiche ascetiche, Satī si ritirò con il marito sul monte a lui sacro.
Un giorno, il re Dakshā celebrò un grande sacrificio, ma non invitò sua figlia Satī né suo marito Śiva. Satī cercò di razionalizzare tale omissione, pensando che i genitori non li avessero invitati formalmente in quanto membri della famiglia. Pensò così di recarsi al sacrificio comunque. Dakśa accolse la figlia con freddezza e presto ebbero a discutere alacremente delle virtù (o della mancanza di virtù) di Śiva. Divenne così chiaro a Satī che suo padre riteneva il suo matrimonio un disonore familiare. Per la rabbia causata dall’ottusità paterna, Satī invocò i poteri yogici e si immolò, bruciando dall’interno.
Quando Śiva lo venne a sapere si sentì gravemente provocato, si strappò un capello dalle sue ciocche aggrovigliate e lo gettò a terrà: un potente eroe chiamato Vīrabhadra comparve e attese i suoi ordini; gli fu ordinato di condurre l’esercito di Śiva contro Dakshā e di distruggere il suo sacrificio. Vīrabhadra e il suo esercito comparvero come un uragano nel mezzo dell’assemblea tenuta dal re Dakshā, distrussero il sacrificio, dispersero tutti i partecipanti e decapitarono Dakshā.
Per il dolore della perdita Śiva cominciò a muovere i passi del Tāndava, la danza cosmica con cui periodicamente riassorbe l’universo, portando il corpo arso di Satī sulle spalle. Gli dèi preoccupati invocarono Viśnu, affinché fermasse la pericolosa danza. Viśnu scagliò allora il suo disco per smembrare il corpo di Satī, alleggerendo così il peso dalle spalle di Śiva e restituendogli la salute mentale. Il corpo di Satī fu smembrato in 51 pezzi che caddero in vari luoghi del territorio indostano. In corrispondenza d'ogni luogo in cui cadde una parte del corpo della dea, sorse un santuario, chiamato Śakti Pitha. Gli Śakti Pitha in India sono importantissimi luoghi di devozione alla madre divina (Śakti) e meta di pellegrinaggio.
Satī rinacque come Parvati nella casa di Himāvat (re in Himalaya): con il suo servizio e severe austerità, riuscì infine a riconquistare l’amore di Śiva. La loro storia è narrata da Kālidāsa nel suo grande poema Kumāra Sambhava. Quest’āsana è dedicata al potente guerriero che Śiva creò dai suoi capelli.
Prasārita Pādottānāsana
o Piegamento in avanti a gambe divaricate (in piedi).
o Piegamento in avanti a gambe divaricate (in piedi).
Effetti: Questa postura aiuta a rafforzare tutti i muscoli delle gambe e viene inviato un maggiore afflusso di sangue al tronco e alla testa. Le persone che non possono praticare Śīrsāsana o Posizione sulla Testa, possono derivare quei benefici da questa posizione che rafforza anche il potere digestivo.

Pādahastāsana o Posizione con le Mani ai Piedi.

Effetti: Tonifica tutti gli organi addominali, attiva i succhi
gastrici ed il funzionamento del fegato e della milza. La pratica regolare dà
sollievo contro il gonfiore e la cattiva digestione. In caso di ernie
vertebrali bisogna limitarsi ai primi stadi e non cercare di portare la testa
troppo vicino alle ginocchia. La migliore variante è di portare la schiena in
posizione concava, con l’addome vicino alle gambe e le spalle e la testa
avanti, non in basso.
Śalabhāsana o Posizione della Locusta.
Effetti: La postura, soprattutto la variante 2, aiuta la
digestione e cura i problemi gastrici ed il gonfiore. La spina dorsale
riacquista la sua elasticità ed i dolori nella regione lombare e sacrale
vengono eliminati: la pratica regolare può eliminare problemi della spina
dorsale; la vescica e l’intera zona pelvica ricevono beneficio e mantengono il
loro stato di salute.
Dhanurāsana o Posizione dell’arco.
Effetti: La spina dorsale riceve un’ottima estensione
all’indietro e riacquista la sua elasticità; la cifosi e le spalle curve
vengono curate, tutti gli organi addominali vengono massaggiati.
In
questa posizione, stando distesi a pancia in giù, le spalle, la testa e il
tronco vengono sollevati e portati indietro, come il cobra prima di sferrare un
attacco.
Effetti: La Posizione del Cobra rafforza le braccia ed i polsi,
dona agilità e vigore, tonifica anche gli organi addominali.
Adho Mukha Śvānāsana o
Quando
si è stanchi, restare per un po’ più di tempo in questa posizione toglie la
fatica e ridona l’energia perduta. E’ una postura molto indicata per chi corre,
dopo una corsa faticosa; i velocisti acquisteranno più sprint e leggerezza nelle gambe.
La
postura elimina dolore e rigidità del tallone e aiuta ad ammorbidire le spine
calcaneari. Rafforza le caviglie e dà forma e bellezza alle gambe. La pratica
di questa postura aiuta ad eliminare la rigidità della zona dorsale e la
periartrite omero-scapolare.
Gli
organi addominali vengono tirati su verso la colonna vertebrale e rafforzati.
Poiché il diaframma è sollevato verso la cavità toracica, il ritmo cardiaco
rallenta. E’ una postura divertente.
Le
persone che non sono in grado di praticare Śīrsāsana o Posizione sulla Testa,
possono praticare questa postura; il tronco riceve un’estensione completa e viene
riempito di sangue arterioso senza alcuno sforzo da parte del cuore.
Ringiovanisce
le cellule cerebrali e ridona vigore al cervello alleviando la fatica. Anche
chi soffre di pressione alta può praticare questa postura.
Estratto
da: B.K.S. Iyengar, “The Illustrated
Light on Yoga”
Associazione Yoga Sivananda 3683047087 – yogavasto.blogspot,com